Tesi in IHMC - Pensacola - Francesca Guiducci
Tesi all' IHMC sede: Pensacola - Florida
Studente: Francesca Guiducci
Corso di laurea: LM Ingegneria Informatica e dell'Automazione
Durante il mio percorso di laurea magistrale ho avuto l’opportunità di trascorrere 5 mesi negli Stati Uniti (ottobre 2013 - marzo 2014), lavorando come tirocinante per lo sviluppo del progetto di laurea presso il Florida Institute for Human Machine and Cognition (IHMC), nella sede di Pensacola, nell’estremo nord della Florida.
- Cosa fare prima di partire:
Dopo un breve colloquio conoscitivo e dopo aver ricevuto conferma della mia idoneità, sono stata contattata dal centro di ricerca per ricevere indicazioni riguardanti tutti i documenti necessari per svolgere il tirocinio all’estero. Ho dovuto innanzitutto fornire una copia del mio passaporto, pagare l’assicurazione medica e compilare alcuni moduli necessari per richiedere il visto di tipo J-1, tra cui ad esempio il dettagliato modulo DS-160 contenente tutte le informazioni riguardanti il tirocinante. Dopo aver ricevuto a casa il modulo DS-2019, che deve essere compilato e spedito dall’istituto ospitante, ho potuto prenotare online un appuntamento presso una delle quattro ambasciate americane in Italia (io ho scelto Milano). Dopo pochi giorni, ho potuto finalmente ritirare il mio passaporto con visto annesso, pronto per essere utilizzato. Non si può certo dire che l’iter burocratico sia stato facile e veloce, ma con un po’ di pazienza e organizzazione tutto è andato per il meglio! Indicazioni sui visti per gli Stati Uniti si trovano a questo link: http://italian.italy.usembassy.gov/visti.html.
- Livello di conoscenza della lingua necessario:
In base alla mia esperienza, non è necessario possedere una conoscenza dell'inglese come un madrelingua per svolgere un tirocinio negli Stati Uniti. Il mio livello prima della partenza era indicativamente un B2, che mi ha permesso di comunicare in maniera soddisfacente con colleghi e conoscenti (poi diventati amici).
Consiglio: i telefilm in lingua inglese sono un ottimo metodo per allenarsi a comprendere meglio la lingua parlata, che spesso risulta essere l’aspetto più difficile per gli studenti stranieri.
- Sei stato seguito durante il lavoro di tirocinio e tesi?
Il mio responsabile, nonchè capo della divisione in cui sono stata inserita, mi ha inserita nel team di lavoro ed è stato sempre a disposizione durante tutto il periodo per chiarimenti o domande. Quotidianamente ho lavorato fianco a fianco con i colleghi del centro di ricerca, in un bellissimo ambiente di scambio e collaborazione. Settimanalmente, il gruppo di lavoro si è riunito, spesso telefonicamente, per fare il punto della situazione sul lavoro svolto e fissare obiettivi futuri. Per quanto riguarda la stesura della tesi, che è consistita nel documentare in maniera approfondita il lavoro svolto durante il tirocinio, sono stata costantemente seguita dall’Italia dal mio relatore Prof. Cesare Stefanelli e dal Dott. Alessandro Morelli.
- Come ti sei trovata nella vita di tutti i giorni?
Benissimo! Io avevo sempre e solo vissuto in casa con i miei genitori e dovermi arrangiare in tutto e per tutto, dal trovare un appartamento a fare la spesa settimanale, è stato a dir poco elettrizzante. Ho avuto la fortuna di trovare colleghi e coinquiline estremamente disponibili, che mi hanno supportata (e sopportata!) durante tutto il periodo. Sono stata sicuramente aiutata dal compenso erogato dal centro di ricerca che mi ha permesso di pagare l’affitto, concedermi qualche weekend di vacanza per esplorare gli Stati Uniti, e addirittura mettere da parte qualche soldo, il tutto senza dover gravare sul reddito dei miei genitori.
- Lo consigli perchè?
Il mio giudizio sull’esperienza è assolutamente positivo. Uno stimolante ambiente di lavoro fortemente orientato alla ricerca e un piacevole clima hanno reso il mio soggiorno un’esperienza unica ed estremamente formativa sotto tantissimi punti di vista. Certo, non posso negare ci siano stati periodi di stress (a volte mi sono ritrovata il sabato in ufficio a finire del lavoro urgente), ma sicuramente ne è valsa la pena e ho imparato moltissimo. Consiglierei questa esperienza a chi vuole mettersi in gioco, sperimentare, e rendersi conto che c’è un mondo la fuori che aspetta di essere vissuto!