Scrivere la tesi di laurea

Come scrivere l'elaborato finale della laurea triennale

Per i corsi di laurea triennali in ingegneria redigere l'elaborato finale equivale a scrivere una relazione tecnico scientifica.

Componenti fondamentali della struttura della relazione devono essere quindi:

 Titolo e frontespizio

Sulla copertina e come prima pagina dell'elaborato va riportato il frontespizio che riporta oltre al Titolo dell'elaborato, al corso di studio e all'a.a. di iscrizione, il nome del laureando e del relatore (ed eventuale correlatore se presente). Non è prevista nessuna firma autografa.

Il titolo, da concordare solitamente con il relatore, deve essere sintetico, ma indicativo dell'argomento.

Nel titolo sono presenti le parole chiave legate al lavoro svolto come progetto finale.

Tali parole chiave sono le medesime che dovrai inserire nell'apposito form online parole chiave al momento della compilazione della domanda di laurea.

Il titolo indicato sul frontespizio deve essere il medesimo inserito nella domanda di laurea on-line.

Sommario

Equivale all'abstract presente negli articoli scientifici.

In pochi paragrafi deve esplicitare i contenuti dell'elaborato finale, facendo riferimento alle parole chiave inserite nel titolo.

Il lettore deve capire dal sommario l'ambito di applicazione del progetto svolto, la problematica esaminata, i metodi e gli algoritmi utilizzati per realizzare il progetto e risolvere gli eventuali problemi incontrati, i risultati ottenuti.

Dalla lettura del sommario il lettore deve comprendere se, per i suoi scopi, può essere utile proseguire o meno la lettura, ovvero se gli argomenti descritti rispondono alle sue necessità. Pensiamo, ad esempio, si pensi a un lettore che sia un laureando che si trova ad affrontare un progetto su temi o ambiti di applicazione collegati: vale la pena leggere questo elaborato?

Introduzione

L'introduzione va ad esplicitare quanto indicato brevemente nel sommario.

Occorrerà quindi descrivere il problema studiato o il progetto elaborato, il perché lo si è affrontato, l'ambito di applicazione del progetto realizzato, indicare i riferimenti ad altri progetti eventualmente collegati o articoli scientifici da cui si è partiti per svolgere il progetto.

Dall'introduzione il lettore deve comprendere l'argomento dell'elaborato finale e come il candidato ha affrontato lo studio della risoluzione del problema eventualmente evidenziando eventuali contributi originali soprattutto nella realizzazione di un progetto (si pensi ad esempio a librerie sw realizzate ad hoc per lo sviluppo di un software...).

Inoltre dall'introduzione il lettore deve poter verificare se possiede le conoscenze per ben interpretare i contenuti descritti oppure se gli è necessario intraprendere prima la lettura di elaborati precedenti o di altra letteratura di riferimento.

È bene riportare nell'introduzione il riferimento ai capitoli di cui si compone l'elaborato finale con una breve descrizione dei contenuti di ogni singolo capitolo senza esplicitare gli eventuali sottocapitoli/paragrafi che saranno indicati nell'indice.

Spesso l'introduzione è l'ultimo capitolo che viene scritto, sebbene sia il primo che si incontra nella lettura dell'elaborato finale.

Indice

L'indice riporta l'elenco dei capitoli, ognuno dei quali può essere suddiviso in sottocapitoli/paragrafi, con l'indicazione della numerazione della pagine in cui iniziano.

Nell'elenco dell'indice occorre inserire anche la riga relativa alle conclusioni, alle eventuali appendici, (dove ad esempio è possibile inserire il codice sorgente di un software o gli schemi elettrici di una scheda….) , la bibliografia.

Capitoli

Sono le diverse sezioni in cui è suddiviso l'elaborato finale, è opportuno definire la struttura dei capitoli, concordandola con il relatore, durante lo svolgimento del progetto e rivedendola quando si è completato il progetto.

Nei capitoli ad esempio può essere descritto il problema studiato e il relativo ambito di applicazione, il modello formale, la soluzione adottata e gli strumenti utilizzati (per esempio l’algoritmo o il linguaggio utilizzato per realizzare il software), gli esperimenti (se il lavoro è di natura sperimentale).

Figure e tabelle

Nei vari capitoli o in appendice possono essere inserite figure, foto o tabelle riportanti risultati. Ogni figura o tabella deve essere numerata e deve avere una didascalia. Nel testo del capitolo in cui è inserita sarà presente un riferimento descrittivo delle figure / tabelle inserite che diano indicazioni su come vanno interpretate. Per le tabelle si può inserire o una didascalia come per le figure oppure un’intestazione sopra la tabella o come prima riga.

Modelli matematici e algoritmi

Alcuni argomenti possono essere relativi allo sviluppo e implementazione di modelli matematici o di algoritmi.

Nel caso della descrizione di algoritmi di base per un software realizzato può essere opportuno utilizzare schemi a blocchi in luogo di una descrizione testuale. Oppure descrivere gli algoritmi con pseudo-codice.

Nel caso di algoritmi complessi è possibile creare schemi a blocchi per ogni procedura e rimandare all'apposita sezione dell'appendice dove è riportato il codice sorgente scritto per realizzare la routine, o una sua descrizione in pseudo-codice.

Nel caso della definizione di modelli matematici occorre riportare i modelli matematici utilizzati, la descrizione degli strumenti utilizzati per realizzare la simulazione matematica (ad esempio i parametri definiti e la descrizione di un'applicazione Matlab realizzata per simulare il modello) e i metodi di validazione utilizzati per dimostrare l'efficacia del modello.

Risultati sperimentali

Nella descrizione dei risultati sperimentali occorre siano sempre presenti:

  1. gli strumenti utilizzati meglio se corredati dai datasheet degli strumenti
  2. le condizioni di misura
  3. i dati di ingresso
  4. i risultati in uscita

Gli esperimenti devono essere ripetibili, occorre quindi fornire tutti i dettagli necessari affinché chi legge possa replicare l'esperimento e verificare i risultati.

Ciò significa sia dettagliare le caratteristiche tecniche dello strumento utilizzato (riportando ad esempio in allegato il datasheet se disponibile), ma anche definire tutti i valori assegnati ai parametri, il valore delle costanti di programma, come sono stati creati eventuali file di ingresso - qualora alcuni parametri contengano valori casuali è opportuno indicare il range ovvero il valore minimo e massimo che possono assumere e la distribuzione di probabilità con cui sono stati creati.

È opportuno ricordare che per dati si intende ciò che viene fornito in ingresso al sistema, mentre per quanto riguarda quello che si ottiene all'uscita si parla di risultati.

La presentazione dei risultati può essere fatta in diversi modi, a seconda del tipo di risultati ottenuti, spesso può essere utile inserirli in tabelle comparative, istogrammi, diagrammi a torta, esplicitando eventuali notazioni particolari, abbreviazioni o simboli.

I commenti ai risultati devono fornire al lettore informazioni significative su come interpretare i risultati ottenuti o comprendere al meglio il confronto con altri esperimenti citati.

Conclusioni

Al momento di scrivere le conclusioni spesso si rimette mano anche all'introduzione poiché sono due sezioni tra loro collegate. Non occorre ripetere quindi le conclusioni già inserite eventualmente nei vari capitoli, ma piuttosto inserire una breve analisi del lavoro svolto, delle problematiche affrontate e delle metodologie per risolverle e indicare possibili futuri sviluppi.

Appendice

Parti del lavoro corpose, ma specifiche e molto di dettaglio, che se inserite nei capitoli appesantirebbero la lettura e tenderebbero a togliere l'attenzione del lettore (si pensi ad esempio al codice sorgente scritto per un software), possono essere riportate in appendice o allegate su cd-rom. Se ci sono appendici, occorre che nel testo dei capitoli siano richiamate opportunamente.

Codice sorgente e applicativi

Nel caso l'oggetto dell'elaborato finale sia la realizzazione di un software oppure siano stati utilizzati dei software per la realizzazione del progetto occorre ricordarsi di:

  • indicare il linguaggio utilizzato, la versione, le librerie aggiuntive eventualmente utilizzate e dove reperirle
  • indicare il sistema operativo su cui l'applicazione viene utilizzata
  • nel caso si sia scritto del codice ricordarsi di indentarlo correttamente e commentare opportunamente le righe di codice

Bibliografia

Riporta l'elenco in ordine alfabetico dei testi o manuali e/o i link ai siti consultati per lo svolgimento dell'elaborato finale. La lista deve essere completa e aggiornata e può essere anche composta da pochi elementi fondamentali, ovvero i testi/siti più significativi.

Deve essere completa ovvero: di ogni fonte/citazione, in caso di testi, devono essere specificati l’autore (o gli autori), il titolo, il libro o la rivista, la casa editrice e l’anno.

Gli url dei siti devono essere inseriti corretti e completi, verificandone il funzionamento sul browser.

Ogni lavoro elencato nella bibliografia deve essere anche richiamato nel testo almeno una volta (con citazioni nel testo).

Ringraziamenti

Dopo le conclusioni e prima della bibliografia si può inserire un breve paragrafo di ringraziamenti a persone che, senza essere gli autori del lavoro, hanno contribuito alla sua realizzazione.

 


Alcuni suggerimenti per la redazione della tesi o dell' elaborato finale

Sul frontespizio

  • Il termine Chiarissimo è usato per i Prof Ordinari (o Straordinari). Quindi se vuoi scriverlo, devi prima controllare se il tuo relatore è Prof Ordinario. Puoi cercare il nome del tuo prof nella rubrica del telefono, dove è scritta anche la qualifica. Se non è prof. ordinario, non mettere Chiar.mo

Sui contenuti della tesi o dell'elaborato finale

  • L'Introduzione e le Conclusioni sono le ultime cose da scrivere nella redazione del documento.
  • Se copi una figura, un grafico, ecc. da qualche fonte, devi
  1. Chiedere il permesso a chi ha fatto la figura. Se è un sito web, devi cercare se c'è una frasetta che dà il permesso di copiare o riprodurre parti del sito.
  2. Scrivere esplicitamente che quella figura non l'hai fatta tu, ma che l'hai presa da...

In genere, la cosa più semplice è rifare la figura.

Sui programmi da usare

Tipicamente si usano LaTeX, Microsoft Word, oppure OpenOffice Writer.

Se decidi di usare LaTeX, sarai costretto a strutturare il documento  in maniera corretta, mentre se usi Word o Writer, il software non ti obbliga a strutturare il documento, quindi sei tu che dovrai strutturarlo in maniera corretta.

Stili

In primo luogo, i titoli dei capitoli non vanno mai fatti cambiando a mano il font, la dimensione del carattere, oppure mettendo in grassetto/corsivo/sottolineato. Facendo così, Word non sa che quello che stai iniziando è un capitolo: sa soltanto che è un testo formattato in maniera diversa. È indispensabile usare gli stili: il titolo di un capitolo si scrive con lo stile Titolo 1, quello di un sottocapitolo con Titolo 2, ecc.

In questo modo, hai i seguenti vantaggi:

  • Sei sicuro che tutti i titoli dell'elaborato hanno la stessa formattazione
  • I capitoli vengono numerati automaticamente: se decidi di spostare il capitolo 5.7 prima del 4.2, Word aggiusta automaticamente i numeri.
  • Puoi inserire un indice, che viene gestito in maniera automatica da Word:
    Inserisci → Riferimento → Indici e sommario → Sommario
    In Word 2007: Riferimenti→ Sommario.

Per gli stessi motivi, quando nel testo devi inserire qualcosa tipo ``Come abbiamo detto nel capitolo 3.2...'', non bisogna inserire il numero a mano, perché se poi decidi di spostare il capitolo, devi aggiornare a mano tutti i numeri. Si deve invece inserire un riferimento incrociato (V. help di Word).

Se lo stile predefinito di Word non ti piace, puoi cambiarlo: Formato → Stili e formattazione →, poi clicchi col tasto di destra sullo stile che vuoi cambiare → Modifica.
In Word 2007, Home → clicchi col destro su uno degli stili → modifica.

Immagini

Se devi fare uno schema, non lo fare con un programma di manipolazione di immagini (Paint, GIMP, Paint Shop o simili). Questi programmi creano delle immagini in formato Bitmap, cioè come insieme di Pixel. In pratica, l'immagine creata non deve essere una GIF, JPG, BMP, TIFF, ecc. Questo ha il difetto che quando stampi il documento si vedono i pixel (e, nel caso del JPG, si vede anche una sfumatura attorno alle lettere). Allora ti viene voglia di aumentare la definizione dell' immagine e il documento occupa molta memoria (viene un file molto lungo).

La soluzione è usare un'immagine vettoriale. In un'immagine vettoriale non sono memorizzati i singoli pixel, ma le istruzioni (più o meno come in un programma) per disegnare l'immagine: inserisci un quadrato, con dentro una scritta, poi aggiungi una freccia, ecc. In questo modo l'immagine viene bene a qualunque risoluzione.

Puoi fare l'immagine direttamente in Word (inserisci → oggetto → immagine di Word), oppure fare copia-incolla da PowerPoint, Excel, ecc., Oppure puoi inserire un'immagine vettoriale creata da un altro programma. I formati vettoriali più comuni sono .EPS, .WMF, .EMF, .AI, .PDF. I formati più semplici da importare in Word sono il .WMF e .EMF (che sono proprietari Microsoft).