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Fase scritta

1: Fase scritta

Come si redige un atto?

Un'efficace redazione dell'atto presuppone un'approfondita conoscenza della causa, poiché occorre avere bene a mente i fatti del caso e le varie posizioni processuali delle parti coinvolte.

L'atto deve infatti essere strutturato in modo chiaro, trattando tanto i fatti di causa quanto le argomentazioni giuridiche, così da condurre il lettore nei diversi passaggi logici che portano alla vostra tesi. Al riguardo, appare utile prendere esempio dai reali atti di causa.

Si consiglia infine uno stile lineare e scorrevole, senza peraltro mancare di essere scrupolosi e precisi: allo scritto, diversamente dall'orale, non avrete una seconda possibilità in caso di errore (scripta manent!).

Come presentare i "fatti causa"?

L’esposizione dei fatti di causa, posto il limite della veridicità, deve avvenire in modo tale da mettere in luce aspetti che possano tornare utili alle argomentazioni giuridiche che occorre sostenere. La parte “in fatto”, quindi, deve essere esposta avendo a mente la parte “in diritto”.

Fase orale

2: Fase orale

Come preparare al meglio la fase orale?

Concretamente, il modo migliore per preparare la fase orale è quello di studiare attentamente gli atti delle controparti. Occorre identificare i punti deboli, le tesi che prestano il fianco a critiche, i veri e propri errori, la ricostruzione dei fatti evidenziando eventuali omissioni e incongruenze, la pertinenza degli orientamenti giurisprudenziali citati dalle controparti (tentando, ad esempio, di restringerne/rafforzarne la portata mediante la valorizzazione delle differenze/analogie tra il vostro caso e quello in cui la sentenza citata è stata resa). Questo vi permette di avere materiale non solo per replicare agli argomenti delle controparti, ma anche per affinare al meglio le vostre tesi.​

La fase orale non è una mera rilettura degli atti depositati

La fase orale ha una propria autonomia, benché sia funzionalmente collegata agli atti che avete presentato nella fase scritta. Ciò significa che, sia in plaidoirie che in sede di repliche, non ci si deve limitare a una mera rilettura degli atti depositati. In particolare, deve emergere la qualità espositiva dell’oratore, nonché l’abilità nel contestare puntualmente gli argomenti degli avversari. Occorre aggiungere argomenti nuovi e, al più, ragionare su come arrivare al nocciolo delle tesi già scritte, per renderle il più efficaci possibili nel poco tempo a disposizione.

Che funzione ha la fase orale?

La fase orale ha due obiettivi: replicare alle controparti e dar conto alla Corte dell’importanza e delle conseguenze che può avere la sentenza. In particolare:

  • la plaidoirie consente di replicare a quanto scritto dalle controparti e, così facendo, di rafforzare ulteriormente i propri argomenti di ricorso;
  • le repliche permettono di rispondere a quanto sostenuto oralmente da controparte nella plaidoirie e, essendo l’ultima parola che sentono i giudici prima di deliberare, di far comprendere alla Corte l’importanza di decidere la causa nei termini prospettati da ciascuna parte processuale.

Rispettare i tempi assegnati

Regola fondamentale per lo svolgimento dell’udienza (e, in generale, di tutto il processo) è il rispetto dei tempi assegnati ad ogni squadra; è consigliato organizzare bene l'esposizione, coordinandosi anche con i propri "alleati processuali", così da formulare un discorso incisivo e conciso, evitando ridondanti ripetizioni dei medesimi argomenti: il rischio è di far perdere l’attenzione ai giudici (nonché di spazientirli!)